
La Psicomotricità è una pratica educativa e di supporto attraverso la relazione che usa il corpo e il gioco come strumenti privilegiati e, partendo dal gioco spontaneo e dall’espressività del bambino, aiuta a costruire percorsi di gioco dove egli può vivere in prima persona e sperimentare concretamente le azioni e il loro risultato, le relazioni con l’altro le differenti modalità comunicative.
La pratica psicomotoria si propone come obiettivi il miglioramento della comunicazione, la contrazione e la decontrazione del bambino, aiutandolo a crescere più armoniosamente nelle tre direzioni: motoria, affettiva e cognitiva. Gli obiettivi generali dell’intervento psicomotorio dovranno partire dall’osservazione del bambino e saranno poi selezionati e modificati ad hoc, in base all’età, alla situazione cognitiva e alle necessità emergenti di “quel” particolare bambino.
Lo psicomotricista utilizza nell’intervento modalità di comunicazione verbali, ma soprattutto non verbali.
Le sedute si svolgono all’interno di uno spazio ben definito, all’interno del quale il gioco si può svolgere in un’area di sicurezza fisica e affettiva creando la possibilità di un cambiamento nel bambino.
Nella seduta di pratica psicomotoria, in un “setting” formato da tempi, spazi e regole che lo psicomotricista costruisce secondo il percorso del singolo bambino o del gruppo, vengono svolte attività di gioco nei diversi spazi. L’educazione psicomotoria costituisce uno strumento fondamentale per la terapia del bambino con lo Spettro Autistico.
L’obiettivo primario della psicomotricità è quello di permettere al bambino di conoscere, appropriarsi e dominare il proprio corpo al fine di esprimere maggiormente se stessi all'inclusione attiva ed efficace con l’ambiente che lo circonda.
Tra le attività psicomotorie che è necessario programmare per la rieducazione del soggetto, le principali sono:
- Promozione delle attività che permettono al bambino di rendersi sempre più autonomo nelle attività quotidiane, come mangiare, vestirsi, nella pulizia personale e dell’ambiente, nel controllo sfinterico;
- Presa di coscienza del proprio corpo a livello delle diverse parti e della sua totalità, raggiunte soprattutto attraverso la capacità di riconoscere se stessi mediante la graduale soppressione delle condotte puramente ripetitive e stereotipate, attraverso la stimolazione di movimenti realizzati nella misura coerente con i bisogni concreti del bambino;
- Consapevolezza della propria posizione nello spazio riferita al rapporto con gli oggetti mediante il raggiungimento della distanza ottimale tra sé e gli altri, la comprensione e l’accettazione dei limiti fisici superando sia l’ansia, la paura e il rifiuto di ogni vicinanza fisica, sia l’esigenza eccessiva di essa;
- Orientamento spaziale, mediante la stimolazione di attività che favoriscono la conoscenza dei luoghi e la capacità di muoversi in essi senza bisogno di continua assistenza;
- Stimolazione graduale, attenta e rispettosa del ritmo e delle esigenze individuali e che limiti ogni indebita pressione di tutti i mezzi di espressione attraverso il movimento, l’attività, il ritmo, la danza, la melodia, il gioco, il disegno, la parola, attraverso la comunicazione, mimica gestuale, grafica e verbale, del soggetto con lo spettro autistico in maniera tale da favorire la manifestazione diretta o indiretta, dei propri contenuti;
- Ripercussioni in ambito familiare, scolastico o altro. Come per tutti i bambini con difficoltà, anche in questo caso le differenti proposte hanno valore solo e unicamente quando sono vissute integrate in un contesto di equipe di lavoro e famiglia. La sinergia di intervento è fondamentale affinchè qualsiasi cambiamento che possa prodursi nel bambino legato a qualsiasi tipo di terapia stia effettuando, riesca ad essere significativo e costante.

